lunedì 5 novembre 2012

Festa del 4 novembre: don Domenico Spina presiede la santa Messa

Domenica 4 novembre anche nella nostra città di Oria è stata celebrata la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Le celebrazioni, promosse come ogni anno dalla sezione “Cosimo Mazza” dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci e dalla sezione “Romualdo Cacciatore” dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, presiedute rispettivamente da Tommaso Pomarico e da Giuseppe De Simone, dopo l'omaggio al Monumento ai Caduti e il tradizionale corteo per le vie cittadine, si sono concluse presso il cimitero con la santa Messa in suffragio dei Caduti presieduta da don Domenico Spina, nostro parroco.
Riportiamo di seguito un estratto dell'omelia pronunciata da don Domenico nel corso della celebrazione eucaristica:
Gli italiani scendono in piazza per molti motivi. Soprattutto per le cause - spesso giuste e sacrosante - di altri popoli e paesi. Forse è il momento di cambiare. Forse e momento che gli italiani sentano il diritto di scendere in piazza anche per loro stessi, per la loro storia, per il loro orgoglio.
Novant'anni fa, il 4 novembre 1918, un'altra Italia si rialzava in piedi dopo il disastro di Caporetto. Si rialzava e vinceva una guerra, la più spaventosa guerra che fino allora il mondo avesse visto. Una guerra vinta non contro altri italiani ma contro un altro Stato che da secoli dominava importanti regioni e che impediva il compimento del processo unitario iniziato con la Prima guerra di indipendenza nei 1848. Oggi nell'Italia delle mille crisi e delle mille emergenze, sommersa dall'immondizia e dallo sconforto, sembra quasi una leggenda. È storia, invece. Allora ripartiamo da là. Ripartiamo proprio dal 4 novembre. Ripartiamo chiedendo agli italiani - per una volta - di scendere in piazza per loro stessi; e ripartiamo chiedendo al Presidente della Repubblica e al ministro della Difesa di restituire adeguatamente ai popolo italiano la festa del 4 novembre.
Un festa solenne, corale, condivisa. La festa di tutto il popolo italiano. Delle sue Forze Armate, che il 4 novembre 1918 conquistarono la Vittoria, ma anche del popolo che lavorò e soffrì coi suoi soldati. La festa dell'orgoglio di una nazione che non fu messa in ginocchio, ma seppe riscattarsi e imporsi all'ammirazione del mondo. Una festa per una bandiera che è l'unica per tutti: il Tricolore.
Proprio in questi giorni tutta l'Italia discute sulla mancanza di valori, di una cultura condivisa, di fiducia nel futuro. Tutti si interrogano su cosa fare, dove guardare. risposta è sotto gli occhi di tutti: rivalutiamo la nostra storia! Una grande vittoria, il sacrificio di milioni di soldati - fra cui settecentomila sono caduti - l'impegno di tutta la nazione affinché la guerra giungesse ad una conclusione vittoriosa. E poi, oggi, possiamo anche celebrare tutto questo conciliati con gli ex nemici di allora, nella consapevolezza che valore, sacrificio e coraggio sono valori universali che uniscono e non dividono.
Le celebrazioni del 4 novembre non solo onorano le forze armate italiane ma ricordano anche il completamento dell’Unità d’Italia alla vittoria della prima guerra mondiale e si commemorano il Milite Ignoto e tutti i caduti durante la guerre mondiali ancora senza nome.

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